Calpesto fini verdi fili d’erba.
Col capo nudo
protendo le mani
verso l’orizzonte infinito.

Passeggiate ed esercizi di riflessione
Calpesto fini verdi fili d’erba.
Col capo nudo
protendo le mani
verso l’orizzonte infinito.
Camminare è un atto sovversivo.
Rivoluzionario.
Camminare
ci spinge, un passo alla volta,
a cambiare
il modo in cui guardiamo il mondo,
ci spinge, un passo alla volta,
a rivoluzionare
il nostro modo di stare al mondo,
di esistere.
Cammino per distendere la mente,
per raccogliere le idee,
e cogliere le migliori,
quelle il cui tempo
pare sia giunto.
Niente è più forte di un’idea,
la cui ora sia giunta.
Cammina.
In cammino sei libero.
Libero dai ruoli,
libero dalle maschere.
Spogliatene e respira.
Respira attraverso la pelle,
respira e ascolta.
Ascolta la terra sotto i piedi.
In cammino,
per tutto il tempo del camminare,
sei parte del viaggio,
sei dove dovresti essere,
stai andando dove dovresti andare.
Camminare:
una delle azioni più semplici
e banali
che potremmo compiere,
un gesto universale,
sovversivo per certi versi.
Camminare
ci dona l’opportunità
di guardarci dentro,
di tornare
alla dimensione
del nostro tempo.
La comprensione di se stessi
compiuta
attraversando a piedi la natura
è duratura e profonda,
sollecita, un passo dopo l’altro,
la costruzione di una solida stabilità interiore.
Così come lo scultore
intravede la forma
attraverso il blocco di marmo,
allo stesso modo noi
dovremmo esser capaci
di vedere il germoglio
racchiuso nel seme?
Così come culliamo
l’idea di far tesoro
delle esperienze vissute
dovremmo coltivare
dentro noi stessi
quanti più paesaggi possibili,
uno per ognuna
delle nostre sfacettature d’animo.
Quando l’anima è dolente
abbandona le mura in cui la costringi
e lasciala libera di vagare
verso nuovi e più ampi orizzonti.
Camminare
è un dialogo tra anima e corpo,
tra l’anima
e la bellezza del paesaggio.
Camminare è sentire
attraverso la suola della scarpe
la propria connessione col tutto.